Se ne parla, la si trova per le strade sotto forma di volantini, la si legge in mezzo alla natura, al lavoro, in vacanza, mentre si fa colazione. Chi ne vuole una copia tutta per sé può trovarla in libreria , su internet, tra le pagine di un blog. E’ della poesia di Mario Badino che parlo. Insegnante di professione e poeta per vocazione, Mario è anche un amico dagli anni più belli, quelli universitari, ed una penna originale ed intensa. Il suo esordio poetico data 2013 con “Cianfrusaglia” la prima, e già in ristampa, raccolta di poesie (End Edizioni, pp. 117, 10€)., A chi s’interroga sul titolo, rispondono le prime tre poesie del volume, dove la cianfrusaglia diventa quell’interminabile insieme di oggetti, persone, luoghi, abitudini, ricordi a cui ognuno di noi si aggrappa, combinandoli in maniera diversa, come fossero salvagenti. La raccolta si apre così indagando con semplice originalità il nucleo tematico dell’esistenza, dei suoi nodi e delle sue fatiche. Non mancano le poesie dedicate all’amore sensuale, ma anche a quello che lega un padre a sua figlia. La voce dell’ironia è invece affidata ai componimenti mitologici in cui l’autore rilegge alcuni miti tra cui Amore e Psiche, Pigmalione, Ero e Leandro, Alcione, riagganciandoli alla realtà. Se alcune delle liriche sono dedicate a Cogne, luogo a cui Mario è da sempre particolarmente legato, altre ancora ben rappresentano il suo impegno sociale come Montecitorio, La peste nera, Lo straniero o Trappola per topi. Grazie anche ad uno stile classico, musicale ed a una lingua limpida e accorta, l’autore trasporta il lettore in un esclusivo viaggio all’interno del suo universo poetico rivelando, con delicatezza, anche quello che la prosa avrebbe taciuto.
L’anno dopo (2014), Mario torna con una nuova raccolta di poesie intitolata “Barricate!”(End Edizioni, pp 104, 10€). A dare il nome alla raccolta è un componimento in cui l’autore immagina, con un tocco ironico, una sorta di rivoluzione che nasce sulla spiaggia, fatta con secchielli palette e rastrelli. Una rivoluzione contro “le mascalzonate del potere/prima sopportate/per abitudine e pigrizia, dopo/erano cresciute/oltre misura, fino a scatenare/la rivoluzione/ scoppiata finalmente sulla spiaggia/ con la complicità/ del mare tropo grosso per fare il bagno.”(pp.69-70). La resistenza sottintesa dal titolo appare subito come una resistenza di tipo umano declinata attraverso diverse sfumature: dall’ironia alla malinconia, dalla mitologia alla scrittura civile fino all’autobiografia. Le barricate diventano così anche il passo lento a cui obbligano i sentieri di montagna, i ricordi che trattengono chi presto è andato via, l’amore chiesto e dato a dispetto di un presente di sentimenti immiseriti. E’ una resistenza mite, quella di Mario che in “Nei cassetti”, il componimento che apre la raccolta scrive: “Volevo scrivere con energia/quasi un poema, un urlo, una canzone/ma questo non è il tempo della lotta/ che si grida. Avanti, ora riflessione:/vediamo che succede nei cassetti/quando ci metto mano per capire.”(p.8). Poesia dopo poesia il lettore diventa parte di un viaggio, quello dell’autore. Un viaggio in cui la consapevolezza di sé e delle proprie fragilità fanno la differenza nella resistenza ai grandi mali dell’uomo e del mondo: dal lutto all’insensatezza della guerra fino alla perdita di speranza. Ancora una volta la poesia diventa chiave di lettura della società, strumento di lotta. Mai cosa a se stante.